domenica 15 aprile 2012

Chirurgia l'ultima spiaggia per la Schiena


L'intervento chirurgico va considerato come l'ultima spiaggia. Aspettare un po' di tempo, con pazienza, cercando di attenuare il mal di schiena ed eventuali altri problemi, come la difficoltà a contrarre certi muscoli, con i farmaci e la fisioterapia.

È necessario solo nel 15% dei casi, quando i dolori sono persistenti e impossibili da domare con i farmaci e quando l'ernia provoca menomazioni serie ed evidenti. Per esempio, se il paziente non riesce più a flettere un piede o se compaiono paralisi (ma si tratta in verità di situazioni poco frequenti). 

Fra l'altro bisogna considerare che la rimozione chirurgica dell'ernia, come tutti gli altri interventi, è accompagnata da possibili complicazioni, pur essendo ormai diventata sicura se eseguita da mani esperte (in particolare quelle di chi usa la microchirurgia al microscopio). E non bisogna dimenticare che, in circa il 5-7% dei casi, l'operazione non protegge da eventuali recidive. In altre parole, l'ernia del disco si può ripresentare a distanza di mesi o di anni.

«In genere, se il paziente non si sottopone a stress fisici particolari, gli effetti dell'ernia si riducono spontaneamente o scompaiono», continua DiMeco. «Come mai? Perché la struttura fibrocartilaginea del disco intervertebrale che si rompe e fuoriesce, comprimendo i fasci nervosi e provocando il dolore, tende a disidratarsi e a deteriorarsi con il tempo, diventando sempre più piccolo e creando quindi meno problemi».
Anche l'edema, cioè il gonfiore, che sempre si forma nella zona interessata dall'ernia, si riassorbe.

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